mercoledì 24 febbraio 2016



Archigram.

Nei progetti del gruppo di avanguardia Archigram, formatosi negli anni Sessanta del Novecento a Londra, si possono cogliere alcuni rapporti tra architettura e macchina.


Plug-in City.

Progettata da Peter Cook nel 1964, la Plug-in-City (città connessa) è una mega struttura senza edifici, una massa compatta di elementi di forma similare (le abitazioni sono a forma di celle o componenti standardizzati). La macchina non solo viene accettata di buon gusto, ma anche acquisita e rielaborata. Anzi, viene innalzata al livello dell'essere umano, che tuttavia preserva una posizione di "superiorità", grazie alla capacità di pensiero, del ragionamento e, soprattutto, dell'"analisi e risoluzione dell'imprevisto".


The Walking City.

Progettata da Ron Herron nel 1964, la così detta città camminante è costituita da edifici-macchina intelligenti o robot in formato gigante, di per sé baccelli contenitori vita, che potrebbe vagare per la città. La forma derivante dalla combinazione di insetti e di macchine è stata un'interpretazione letterale da Le Corbusier, aforisma di una casa come una macchina in cui vivere. I baccelli sono indipendenti, contengono parassiti che potrebbero entrare o uscire in stazioni dove questi occupanti vengono cambiati o dove si ricostituiscono le risorse disponibili. Il cittadino è quindi un nomade non totalmente differente dall'attuale automobile. Il contesto era concepito in un mondo futuro dopo un conflitto nucleare.


Instant City.

Instant City (città instananea) è una fiera della tecnologia mobile che si sviluppa nei quartieri degradati, nella squallida città volante (come un palloncino) con strutture provvisorie. L'effetto è una deliberata sopra stimolazione per produrre una cultura di massa, con un abbraccio di pubblicità estetica. L'intero sforzo alla fine è destinato a lasciare indietro l'aggancio con la tecnologia avanzata.

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