domenica 21 febbraio 2016


La casa come "macchina per abitare".


Come la sincerità strutturale del Partenone era l'emblema dello spirito del tempo per i Greci, così è la macchina per Le Corbusier all'inizio del '900.




















La citazione della casa come "macchina per abitare" è di Le Corbusier che lanciò questo slogan ai primi del '900, periodo di sviluppo della produzione industriale di serie in cui le città erano in espansione.

“Una grande epoca è cominciata. Esiste uno spirito nuovo. L’industria, irrompente come un fiume che scorre verso il proprio destino, ci porta gli strumenti nuovi adatti a quest’epoca animata da un nuovo spirito (…). L’architettura ha come primo compito, in un’epoca di rinnovamento, quello di operare la revisione dei valori, la revisione degli elementi costitutivi della casa” (Le Corbusier, Verso un’architettura, 1923).

Le Corbusier progettò nel 1915-16 il sistema "domino" che consente la ripetizione e l'accostamento di più moduli standard ripetibili, composti da soli pilastri e solette, da completare a piacimento attraverso l'inserimento dei tramezzi e tamponature esterne.
Le nuove tecnologie costruttive come quella del cemento armato (metodo Hennebique) permettevano quindi una totale libertà distributiva in pianta e in facciata, portando una vera rivoluzione in architettura.



Nel 1926 l'architetto mette a punto il primo prototipo della Maison Citrohan, nome simile alla casa automobilistica francese che avrebbe dovuto suggerire le finalità del progetto: economicità e riproduzione in serie.

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